GSS - 1414 Li/SV - Grotta del BOSCAIOLO di Barozzo
IN GROTTA
Regione: | Liguria |
Provincia: | Savona |
Comune: | Calizzano |
Località: | Barozzo |
Area Carsica: | SV 20 |
Quota dellIngresso: | 900 m slm |
Dislivello: | -83 m |
Sviluppo Reale: | 290 m |
Note geomorfologiche
La Grotta del Boscaiolo si apre con un minuscolo imbocco rivolto a Nord-Est, a quota m 900 s.l.m., un centinaio di metri ad Ovest del solco dell’adiacente canalone che dal sovrastante piano di "Zottu Suràn" (m 991 s.l.m.) confluisce (circa a quota m 800 s.l.m.) nel Rio di Barozzo (in Comune di Calizzano, sul confine settentrionale dell’area carsica di Bardineto). La grotta presenta caratteristiche di un antico inghiottitoio, con gallerie e pozzi modellati da portate idriche ben superiori ai modesti stillicidi e ruscellamenti ora presenti in periodo piovoso o allo scioglimento della neve; considerata la relativa distanza dall’attuale Rio Barozzo, pur non potendo escludere con certezza che fosse un antico inghiottitoio nel paleo-alveo del torrente, pare tuttavia più probabile ipotizzare la sua funzione di inghiottitoio del corso d’acqua che doveva un tempo percorrere con ben maggiori portate l’adiacente canalone, alimentato dai ruscellamenti superficiali sulla copertura di rocce impermeabili del sovrastante "Cian Delladè" (i porfiroidi del Melogno e gli scisti di Gorra, del Permiano, che come noto in questa zona sono sovrascorsi sulle sottostanti dolomie di S. Pietro dei Monti). All’inizio dei lavori di disostruzione intrapresi dal Gruppo Speleologico Savonese DLF la cavità si presentava come un piccolo anfratto con un riempimento eterogeneo di ciottoli, piccoli massi e argilla (in parte cementati da limitate colate concrezionali), che occludeva completamente ogni prosecuzione, un metro e mezzo sotto l’imbocco; con un lungo lavoro di disostruzione é stato rimosso il deposito (per una profondità di circa 4 metri, su una sezione di oltre un metro quadrato).Superato il tratto sub-verticale disostruito, si prosegue lungo uno stretto cunicolo discendente (impostato su una frattura sub-verticale orientata N 270°), al di sotto del quale si apre un salto verticale di circa 21 metri, articolato in un primo salto di poco più di sette metri, fino a un terrazzino, e in un secondo pozzo di poco meno di 14 metri; il primo salto e impostato su una frattura orientata N 0°, che prosegue tanto a Nord quanto a Sud: questo tratto di grotta doveva costituire un antico meandro evolutosi per corrosione-erosione da una originaria condottina freatica. Quattro metri sotto all’imbocco del salto (punto 6 del rilievo) é possibile seguire il meandro tanto verso Nord (raggiungendo e scendendo un "pozzetto parallelo" alla cui base c’è una saletta riccamente concrezionata, comunicante in basso col fondo del P.21: punti 54-55 del rilievo) quanto verso Sud (seguendo il ramo "Gallerie e pozzi paralleli": punto 49 del rilievo). Il P.14 (parte terminale del P.21) é impostato sull’incrocio della frattura diretta a Nord con una seconda frattura orientata N 270° (circa 4 metri sopra al fondo, sulla parete Nord-Ovest del pozzo, si nota una finestra che comunica con la saletta dell’adiacente "pozzetto parallelo"). Dalla base del P.14 si segue una galleria freatica (discendente con forte inclinazione, circa 45°, lungo l’interstrato delle dolomie) che dopo 12 metri piomba con un salto verticale di una decina di metri in una sala (l'ampia e lunga "Sala dell’unione delle due vie", punto 12 del rilievo, pure essa impostata su un’evidente frattura sub-verticale diretta Nord-Sud, intersecata da diverse altre fratture dirette N 245° - 250° con pendenza 70°: il pavimento della sala é quasi completamente rivestito di colate concrezionali e sul lato Est é presente pure una grande stalagmite). Nella parte opposta della sala, a Sud, perviene dall’alto il salto terminale del ramo "Gallerie e pozzi paralleli", caratterizzato da una stupenda galleria freatica di sezione lenticolare (in realtà anastomosi di due condotte parallele impostate nell’interstrato), incisa inizialmente da due piccole forre di erosione gravitativa e poi sospesa senza più il pavimento sulla sottostante sala (anche qui le gallerie seguono la pendenza degli strati delle dolomie, immersi a Sud-Est con pendenza di circa 50°; in alcuni punti sulla volta si dipartono in contropendenza brevi ramificazioni e nicchie, impostate su fratture perpendicolari agli strati). In periodo piovoso il ramo "Gallerie e pozzi paralleli" é interessato da limitati scorrimenti idrici (provenienti da un breve cunicolo ascendente, impostato su frattura, che si stacca in alto, a Ovest, dalla sommità della galleria principale): é questo l’unico apporto idrico (stagionale) che percorre oggi la grotta, scendendo da qui nella sottostante sala e poi nei rami inferiori della cavità. In diversi punti la "Sala dell’unione delle due vie" comunica con un passaggio spesso stretto e basso, ma largo (impostato su una frattura perpendicolare agli strati, immersa a Nord-Ovest con forte inclinazione, circa 45°): seguendo il percorso più agevole, superato un saltino verticale di 3 metri, si percorre poi una galleria fortemente inclinata, impostata sulla frattura, con evidenti morfologie freatiche e approfondimenti gravitativi. Un altro salto di circa 3 metri immette in un più vasto ambiente, interessato da fenomeni clastici e chemioclastici (sono presenti massi anche di grosse dimensioni; sulla volta vi sono invece alcune cupole di corrosione in corrispondenza di fasci di fratture sub-verticali orientate N 245’), oltre il quale la grotta riprende a scendere fortemente inclinata (sempre lungo la stessa frattura), con una larga galleria sul cui pavimento sono presenti diffuse colate concrezionali. Raggiunto il fondo (punti 22 e 23 del rilievo topografico) si può risalire per una ventina di metri in direzione Est lungo una galleria ascendente interessata da depositi clastici e chemioclastici; sulla parete meridionale e conservata la testimonianza di uno spesso deposito sedimentario che doveva un tempo riempire tutto questo tratto della grotta, in parte successivamente svuotato. In diversi punti, infilandosi tra i massi concrezionati e angusti passaggi, vi sono ulteriori comunicazioni con l’ambiente sovrastante. In direzione opposta la galleria scende fino al punto più basso (sotto al punto 23 del rilievo, alla profondità di 75 metri rispetto all’imbocco della grotta), dove in un piccolo buco sul pavimento concrezionato (allargato dal G.S.S. DLF per consentire il passaggio) si infila la poca acqua che percorre stagionalmente la cavità se ne può seguire il corso per una decina di metri scendendo un saltino di un paio di metri e proseguendo poi lungo uno stretto cunicolo discendente, fino alla strettoia che chiude il passaggio (il G.S.S. DLF vi sta conducendo lavori di disostruzione; questo tratto non e ancora stato riportato nel rilievo topografico). Dalla galleria principale della grotta, due metri più avanti (in direzione Sud-Ovest) e un metro più in alto rispetto al buco dove si infila stagionalmente l’acqua (punto 23 del rilievo topografico), uno stretto passaggio consente di raggiungere una galleria discendente diretta ad Ovest, con morfologia freatica, incontrando un primo laghetto e successive vaschette concrezionali; dopo 20 metri si cambia bruscamente direzione, voltando di 90° verso Nord, e dopo altri 5 metri il passaggio risulta notevolmente ristretto; più avanti le dimensioni diventano meno anguste ed é più evidente l’evoluzione dell’originaria condotta freatica, con approfondimenti gravitativi che hanno originato un breve meandro, che - seguendo le fratture - cambia più volte direzione (S-N, E-0 e N-S); dai punti 34 e 38 del rilievo si staccano due brevi ramificazioni. Nel tratto successivo si vede lungo le pareti un deposito di ciottoli e argilla, testimone di un precedente riempimento in parte rimosso, ma in parte ancora presente sotto il pavimento concrezionato: la galleria si riduce progressivamente a uno stretto cunicolo intransitabile, con depositi chemioclastici che paiono comunque occludere ogni prosecuzione anche al di la della strettoia nella quale termina attualmente la grotta, alla profondità di 83 metri. La galleria sub-orizzontale (60 metri di sviluppo) testimonia l’antico livello di base dell’acqua di fondo della grotta, circa 10- 15 metri sopra all’attuale livello del Rio di Barozzo.
La Grotta del Boscaiolo si apre con un minuscolo imbocco rivolto a Nord-Est, a quota m 900 s.l.m., un centinaio di metri ad Ovest del solco dell’adiacente canalone che dal sovrastante piano di "Zottu Suràn" (m 991 s.l.m.) confluisce (circa a quota m 800 s.l.m.) nel Rio di Barozzo (in Comune di Calizzano, sul confine settentrionale dell’area carsica di Bardineto). La grotta presenta caratteristiche di un antico inghiottitoio, con gallerie e pozzi modellati da portate idriche ben superiori ai modesti stillicidi e ruscellamenti ora presenti in periodo piovoso o allo scioglimento della neve; considerata la relativa distanza dall’attuale Rio Barozzo, pur non potendo escludere con certezza che fosse un antico inghiottitoio nel paleo-alveo del torrente, pare tuttavia più probabile ipotizzare la sua funzione di inghiottitoio del corso d’acqua che doveva un tempo percorrere con ben maggiori portate l’adiacente canalone, alimentato dai ruscellamenti superficiali sulla copertura di rocce impermeabili del sovrastante "Cian Delladè" (i porfiroidi del Melogno e gli scisti di Gorra, del Permiano, che come noto in questa zona sono sovrascorsi sulle sottostanti dolomie di S. Pietro dei Monti). All’inizio dei lavori di disostruzione intrapresi dal Gruppo Speleologico Savonese DLF la cavità si presentava come un piccolo anfratto con un riempimento eterogeneo di ciottoli, piccoli massi e argilla (in parte cementati da limitate colate concrezionali), che occludeva completamente ogni prosecuzione, un metro e mezzo sotto l’imbocco; con un lungo lavoro di disostruzione é stato rimosso il deposito (per una profondità di circa 4 metri, su una sezione di oltre un metro quadrato).Superato il tratto sub-verticale disostruito, si prosegue lungo uno stretto cunicolo discendente (impostato su una frattura sub-verticale orientata N 270°), al di sotto del quale si apre un salto verticale di circa 21 metri, articolato in un primo salto di poco più di sette metri, fino a un terrazzino, e in un secondo pozzo di poco meno di 14 metri; il primo salto e impostato su una frattura orientata N 0°, che prosegue tanto a Nord quanto a Sud: questo tratto di grotta doveva costituire un antico meandro evolutosi per corrosione-erosione da una originaria condottina freatica. Quattro metri sotto all’imbocco del salto (punto 6 del rilievo) é possibile seguire il meandro tanto verso Nord (raggiungendo e scendendo un "pozzetto parallelo" alla cui base c’è una saletta riccamente concrezionata, comunicante in basso col fondo del P.21: punti 54-55 del rilievo) quanto verso Sud (seguendo il ramo "Gallerie e pozzi paralleli": punto 49 del rilievo). Il P.14 (parte terminale del P.21) é impostato sull’incrocio della frattura diretta a Nord con una seconda frattura orientata N 270° (circa 4 metri sopra al fondo, sulla parete Nord-Ovest del pozzo, si nota una finestra che comunica con la saletta dell’adiacente "pozzetto parallelo"). Dalla base del P.14 si segue una galleria freatica (discendente con forte inclinazione, circa 45°, lungo l’interstrato delle dolomie) che dopo 12 metri piomba con un salto verticale di una decina di metri in una sala (l'ampia e lunga "Sala dell’unione delle due vie", punto 12 del rilievo, pure essa impostata su un’evidente frattura sub-verticale diretta Nord-Sud, intersecata da diverse altre fratture dirette N 245° - 250° con pendenza 70°: il pavimento della sala é quasi completamente rivestito di colate concrezionali e sul lato Est é presente pure una grande stalagmite). Nella parte opposta della sala, a Sud, perviene dall’alto il salto terminale del ramo "Gallerie e pozzi paralleli", caratterizzato da una stupenda galleria freatica di sezione lenticolare (in realtà anastomosi di due condotte parallele impostate nell’interstrato), incisa inizialmente da due piccole forre di erosione gravitativa e poi sospesa senza più il pavimento sulla sottostante sala (anche qui le gallerie seguono la pendenza degli strati delle dolomie, immersi a Sud-Est con pendenza di circa 50°; in alcuni punti sulla volta si dipartono in contropendenza brevi ramificazioni e nicchie, impostate su fratture perpendicolari agli strati). In periodo piovoso il ramo "Gallerie e pozzi paralleli" é interessato da limitati scorrimenti idrici (provenienti da un breve cunicolo ascendente, impostato su frattura, che si stacca in alto, a Ovest, dalla sommità della galleria principale): é questo l’unico apporto idrico (stagionale) che percorre oggi la grotta, scendendo da qui nella sottostante sala e poi nei rami inferiori della cavità. In diversi punti la "Sala dell’unione delle due vie" comunica con un passaggio spesso stretto e basso, ma largo (impostato su una frattura perpendicolare agli strati, immersa a Nord-Ovest con forte inclinazione, circa 45°): seguendo il percorso più agevole, superato un saltino verticale di 3 metri, si percorre poi una galleria fortemente inclinata, impostata sulla frattura, con evidenti morfologie freatiche e approfondimenti gravitativi. Un altro salto di circa 3 metri immette in un più vasto ambiente, interessato da fenomeni clastici e chemioclastici (sono presenti massi anche di grosse dimensioni; sulla volta vi sono invece alcune cupole di corrosione in corrispondenza di fasci di fratture sub-verticali orientate N 245’), oltre il quale la grotta riprende a scendere fortemente inclinata (sempre lungo la stessa frattura), con una larga galleria sul cui pavimento sono presenti diffuse colate concrezionali. Raggiunto il fondo (punti 22 e 23 del rilievo topografico) si può risalire per una ventina di metri in direzione Est lungo una galleria ascendente interessata da depositi clastici e chemioclastici; sulla parete meridionale e conservata la testimonianza di uno spesso deposito sedimentario che doveva un tempo riempire tutto questo tratto della grotta, in parte successivamente svuotato. In diversi punti, infilandosi tra i massi concrezionati e angusti passaggi, vi sono ulteriori comunicazioni con l’ambiente sovrastante. In direzione opposta la galleria scende fino al punto più basso (sotto al punto 23 del rilievo, alla profondità di 75 metri rispetto all’imbocco della grotta), dove in un piccolo buco sul pavimento concrezionato (allargato dal G.S.S. DLF per consentire il passaggio) si infila la poca acqua che percorre stagionalmente la cavità se ne può seguire il corso per una decina di metri scendendo un saltino di un paio di metri e proseguendo poi lungo uno stretto cunicolo discendente, fino alla strettoia che chiude il passaggio (il G.S.S. DLF vi sta conducendo lavori di disostruzione; questo tratto non e ancora stato riportato nel rilievo topografico). Dalla galleria principale della grotta, due metri più avanti (in direzione Sud-Ovest) e un metro più in alto rispetto al buco dove si infila stagionalmente l’acqua (punto 23 del rilievo topografico), uno stretto passaggio consente di raggiungere una galleria discendente diretta ad Ovest, con morfologia freatica, incontrando un primo laghetto e successive vaschette concrezionali; dopo 20 metri si cambia bruscamente direzione, voltando di 90° verso Nord, e dopo altri 5 metri il passaggio risulta notevolmente ristretto; più avanti le dimensioni diventano meno anguste ed é più evidente l’evoluzione dell’originaria condotta freatica, con approfondimenti gravitativi che hanno originato un breve meandro, che - seguendo le fratture - cambia più volte direzione (S-N, E-0 e N-S); dai punti 34 e 38 del rilievo si staccano due brevi ramificazioni. Nel tratto successivo si vede lungo le pareti un deposito di ciottoli e argilla, testimone di un precedente riempimento in parte rimosso, ma in parte ancora presente sotto il pavimento concrezionato: la galleria si riduce progressivamente a uno stretto cunicolo intransitabile, con depositi chemioclastici che paiono comunque occludere ogni prosecuzione anche al di la della strettoia nella quale termina attualmente la grotta, alla profondità di 83 metri. La galleria sub-orizzontale (60 metri di sviluppo) testimonia l’antico livello di base dell’acqua di fondo della grotta, circa 10- 15 metri sopra all’attuale livello del Rio di Barozzo.
Grotta disostruita, esplorata, studiata e rilevata dal Gruppo Speleologico Savonese DLF.